Scandalo Spionaggio: Giornalisti e Attivisti Italiani Colpiti dallo Spyware Graphite

Negli ultimi giorni, è emerso uno scandalo di spionaggio che ha coinvolto giornalisti e attivisti italiani. Utilizzando lo spyware denominato Graphite, sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions, sono stati violati i dispositivi di almeno sette persone in Italia, tra cui il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e il capomissione di Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini. Questo episodio solleva serie preoccupazioni sulla sicurezza informatica e sulla tutela della libertà di stampa nel paese.
La Scoperta dello Spionaggio
Il 31 gennaio 2025, Meta, la società madre di WhatsApp, ha notificato a circa 90 individui in 14 paesi, inclusa l’Italia, che i loro dispositivi erano stati compromessi tramite lo spyware Graphite. Questo software, definito di tipo “zero click”, consente agli aggressori di accedere ai dati del dispositivo senza che l’utente debba compiere alcuna azione. Tra le vittime italiane figurano il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e l’attivista Luca Casarini, noto per il suo impegno nell’assistenza ai migranti nel Mediterraneo.
La Reazione del Governo Italiano
In risposta alle rivelazioni, Palazzo Chigi ha emesso una nota ufficiale affermando che nessun giornalista o attivista è stato sottoposto a controllo da parte dell’intelligence italiana. La Presidenza del Consiglio ha dichiarato: “In merito a quanto pubblicato da alcuni organi di stampa su presunte attività di spionaggio che avrebbero riguardato operatori dell’informazione, la Presidenza del Consiglio esclude che siano stati sottoposti a controllo da parte dell’intelligence, e quindi del Governo, i soggetti tutelati dalla legge 3 agosto 2007, n. 124 (Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto), compresi i giornalisti”.
La Risposta di Paragon Solutions
Successivamente, il quotidiano britannico The Guardian ha riportato che Paragon Solutions ha rescisso il contratto con il governo italiano a causa di una “violazione del quadro etico”. Questo sviluppo ha sollevato ulteriori interrogativi sul possibile coinvolgimento delle autorità italiane nello spionaggio di giornalisti e attivisti. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Paragon Solutions avrebbe confermato al quotidiano inglese di aver terminato ogni rapporto commerciale con l’Italia, senza specificare di che tipo di contratto si trattasse né chi fossero gli interlocutori nel paese.
Le Reazioni della Comunità Giornalistica
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha condannato fermamente l’accaduto, sottolineando che l’intercettazione tramite spyware è non solo inaccettabile e contraria al principio di libertà di stampa, ma anche vietata dalla legge europea sui media. In una nota, il Comitato Esecutivo ha dichiarato: “Il Media Freedom Act, il regolamento europeo sui media, è vincolante per gli stati membri e sancisce il divieto di intercettare, soprattutto con i software-spia, i giornalisti, salvo casi di estrema gravità”.
Le Richieste di Chiarimento
Le opposizioni politiche in Italia hanno richiesto un’informativa urgente al governo per chiarire la vicenda. Marco Grimaldi (Avs), Federico Fornaro (Pd) e Marco Pellegrini (M5s) hanno sollevato interrogativi sulla possibile responsabilità delle autorità italiane nello spionaggio e sulla natura dei rapporti con Paragon Solutions. Inoltre, il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, ha espresso preoccupazione per la mancanza di trasparenza da parte del governo, chiedendo risposte chiare su chi abbia ordinato lo spionaggio e con quale autorizzazione.
Implicazioni per la Libertà di Stampa
Questo episodio evidenzia le crescenti minacce alla libertà di stampa e alla privacy dei giornalisti. L’uso di spyware avanzati per monitorare le comunicazioni dei professionisti dei media rappresenta un grave attacco al diritto fondamentale di informare e di essere informati. È essenziale che le autorità competenti conducano indagini approfondite per identificare i responsabili e garantire che episodi simili non si ripetano in futuro.
Conclusioni
Lo scandalo dello spionaggio tramite lo spyware Graphite solleva questioni cruciali sulla sicurezza informatica, la protezione dei diritti fondamentali e la trasparenza delle istituzioni. Mentre il governo italiano nega qualsiasi coinvolgimento, le azioni di Paragon Solutions e le richieste di chiarimento da parte della comunità giornalistica e delle opposizioni politiche indicano la necessità di un’indagine approfondita e di una maggiore vigilanza per proteggere la libertà di stampa e la privacy dei cittadini.